Le nostre città invisibili

La II E delle Guidobono ha letto il romanzo “Le città invisibili” di Italo Calvino e, poi, gli alunni hanno creato le loro città invisibili..

 

 Benvenuti a Happy City

di Irma II E Guidobono

La copertina del libro

Eccola lì, Happy City, la mia città, dove ognuno è felice; dove tutti i tuoi sogni diventano realtà, a parte quelli realizzabili solo se qualcuno va a soffrirne; dove anche volare e avere i poteri è possibile.

A delimitarne i confini non ci sono grandi mura, solo fiori e piante, e un sentiero porta all’entrata: un albero che si sposta a ogni persona che gli chiede gentilmente di farla passare. Dopo essere entrati, si rimane a bocca aperta: paesaggi diversi in base a dove vuole vivere la gente, come zone artiche o desertiche, pluviali o montane.. poi ci sono negozi, fontane con o senza pesci, giardini con ogni tipo di vegetazione, case simili o diverse, perché ciascuno vive in quella dei suoi sogni. Incominciamo proprio da queste ultime: per prima cosa, bisogna dire che se una persona vuole, dopo un po’, cambiare abitazione perché la sua non le piace più, questa scompare o viene occupata da qualcun altro. Nella mia città si trova di tutto: igloo, palafitte, capanne, ville, castelli, case sugli alberi.. insomma, ogni tipo di alloggio. Qualcuno possiede anche una piscina o un campo da beach volley. Ma non solo l’esterno vi lascerà strabiliati, anche l’interno! C’è chi ha una TV enorme o una vasca con idromassaggio, chi ha il balcone tanto grande ci pranzare in quindici e chi ha una cascata di cioccolato personale: le mie preferite!

Adesso passiamo ai negozi: di alimentari, di vestiti, dove ognuno trova il capo d’abbigliamento che desidera, di telefoni, profumerie nelle quali, dopo aver selezionato un prodotto sullo schermo, il tuo volto compare su di esso mostrandoti come il cosmetico stesso ti starebbe addosso. Proseguendo, si trovano centri sportivi di ogni tipo: pattinaggio, anche su ghiaccio,pallavolo, nuoto, golf, tennis, danza, equitazione, per tutti gli sport.

Ancora oltre, giardini, cascate, ponti, sentieri tra gli alberi, rocce in mezzo all’acqua su cui passare, laghetti con le ninfee: un vero incanto. A un certo punto si arriva a un cancello, dove una signora ti dà un biglietto con la funzione di telepass. Con questo, puoi entrare nel “Parco del mondo”, un luogo nel quale vivono tutte le specie animali della terra: leoni, orsi polari, delfini, cervi, pappagalli,..

Ora passiamo alla popolazione: vengono chiamati “happini” e ciascuno, uomo o donna, sa usare l’arco, la spada, la pistola, ma sa anche cucinare, lavare i piatti, stirare, tenere pulita la casa e svolgere tutti i lavori casalinghi. Ognuno ha il proprio lavoro e vive la sua vita tranquilla, se vuole può volare (con o senza ali), diventare tritone o sirena, avere i poteri. Però questi ultimi seguono una regola particolare: tutti hanno niente e nessuno ha tutto. Già, questa legge va spiegata, per essere compresa. Per prima cosa, la magia è contenuta in alimenti particolari che vengono consumati dalle persone, così ognuno può avere ogni tipo di potere, basta mangiare la pietanza una sola volta. Però, quando ci sono guerre (sì, purtroppo accade) a ogni abitante viene assegnato un potere: se ad esempio mi affidano il fuoco, in quella battaglia combatterò solo ed esclusivamente con esso e farò parte del gruppo del fuoco. Ad ogni battaglia si cambia potere.

Questa è la mia città, spero vi sia piaciuta.

 

 

 

Tranquilla

di Davide II E Guidobono

 

La mia città ideale non è particolarmente ricca o abitata da modelli, ma è un posto in cui le persone si sentono a casa e possono essere se stesse. Inoltre, i Tranquillani (gli abitanti di Tranquilla) praticano una religione in continuo cambiamento, a seconda del volere del popolo, e parlano la lingua che sanno meglio, senza discriminazioni.

La cosa che colpisce di più, invece, è la mancanza di criminalità, di razzismo e del terrorismo, che non può nascere data la perfetta uguaglianza delle persone. Tutti lavorano per la stabilità e la serenità della vita degli altri.

La città non è costruita seguendo il criterio di un preciso architetto, ma secondo il bisogno delle persone; il cibo e le bevande si trovano per terra, i palazzi sono costruiti in modo artigianale e con materiali riciclati, e ogni cosa si trova dove non dovrebbe stare in una città “normale”. Tranquilla è amministrata a turno da tutti gli abitanti, a seconda dell’ispirazione, e lo stesso vale per il lavoro: per esempio, se una persona ha voglia di fare l’imbianchino, può farlo, così come il macellaio.

Una delle caratteristiche più particolari della città è la presenza di un parco situato in periferia, abitato da animali che, pur essendo selvaggi, sono autonomi e inoffensivi.

L’ultima particolarità è la presenza di monumenti parlanti, che raccontano la loro storia a chiunque glielo chieda.

La vita della città durerà all’infinito, perché i cittadini non smettono mai di imparare e crescere.

 

 

 

 

Distorta (la città dei sognatori)

di Lorenzo II E Guidobono

 

 

Distorta è una città molto strana, ma bella.

Come dice il nome, tutto è distorto, ma diverso a seconda di chi lo vede e come. Per esempio, un soldato la vedrebbe distrutta dalla guerra, ma girando la testa vedrebbe una città bella e pacifica dove tutto funziona bene; un uomo stramiliardario la vedrebbe tutta d’oro e platino, con fontane di petrolio, ma, sempre girando la testa, vedrebbe una città di mattoni, con casette umide, erba secca e fontane di fango, con strade d’argilla e persone povere e malate. Dopo un po’, però, tutti la vedono nello stesso modo: i palazzi pendono e si attorcigliano, le stradesalgono e scendono in curve e collinette infinite, le fontane allagano le strade, ma tanto, poi, tutto scompare subito, per poi ricomparire diverso e rinnovato. Ora è il turno dei grattacieli dritti e squadrati e nella città regna l’ordine assoluto, tutto è piano e perfetto. Ora, di nuovo, tutto scompare e regna il disordine di una città colpita da tempeste e pestilenze, per poi diventare una città di mostri affamati che mangiano le persone, ma le persone non muoiono, perché esse, quando vengono sbranate, semplicemente spariscono dalla città. I sopravvissuti vedono ora una città fatta di cubi, ora di piattaforme sull’oceano, ora su Marte. Poi tutto cambia di nuovo e ci si ritrova in una metropoli futuristica e così via, in un ciclo infinito che cambia di continuo.

Ma col tempo le persone cominciano a sparire e Distorta sa che sta per spegnersi.

Quando Distorta si spegne, tutti si svegliano nel loro letto, perché sono scomparsi dalla città ormai deserta e buia, per tornare nella monotonia giornaliera della realtà.

Ma tutti i Distortiani sanno che Distorta si riaccenderà in un nuovo e diverso cielo, quando andranno a dormire e sogneranno.

Distorta, infatti, non muore mai.